Schedario mnemonico, cassetti della memoria, palazzo/grattacielo della memoria, sono tutti sinonimi di un metodo di archiviazione mnemonica.
I tuoi calzini, le calze, hanno un posto ben preciso dentro casa.
Pensa cosa accadrebbe se li lasciassi in giro, nel primo posto che capita!
I cassetti sono punti fissi, sono luoghi che non cambiano nel tempo.
Possono avere diverse forme:
Dove hai parcheggiato?
Vicino l’edicola!
In questo caso, “l’edicola” è diventato un punto fisso un luogo ben chiaro a cui hai associato il parcheggio dell’auto.
È quello, non si sposta, è chiaro e semplice, un “luogo noto”!
Cicerone era famoso per le sue lunghe orazioni.
Le guide turistiche che descrivono dettagliatamente i luoghi storici delle città, sono soprannominati “ciceroni”, proprio perché descrivono i
loci noti!
Cicerone è conosciuto per la sua “
tecnica dei loci“, la tecnica che sfrutta i luoghi!
La tecnica del loci
La storia racconta che Cicerone fosse un oratore incredibile.
Riusciva a tenere il filo del discorso anche se altri tentavano di fermarlo.
La sua tecnica nacque dalle gesta di un filosofo del 256 a.C. un tal Simonide da Ceo che inseguito ad un sisma che distrusse un palazzo in cui si teneva un sontuoso banchetto, riuscì a dare un nome ai corpi dei presenti per aver memorizzato il posto dove si sedeva ognuno di essi (
qui la descrizione completa).
La tecnica dei loci, per Cicerone, funzionava allo stesso modo.
Associare ogni argomento o parola chiave ad un luogo ben noto.
Cassetti, sedie, tavoli e stanze della sua abitazione o le botteghe gli alberi e qualsiasi altra cosa si trovasse lungo il percorso dalla sua abitazione al Senato.
Oggi usiamo lo schedario mnemonico
Oggi usare il percorso da casa al lavoro è difficile, siamo sbadati e giriamo in auto o con i mezzi pubblici e poi siamo un po più tecnologici… abbiamo anche gli armadi con i cassetti.
Ok, scherzo.
Oggi abbiamo evoluto le tecniche di memoria, quindi abbiamo sviluppato uno schedario mnemonico oppure un “palazzo della memoria”.
Nel primo caso usiamo i numeri convertiti foneticamente, da cui abbiamo creato delle immagini semplici: Tè, Noè, Amo, Re….ogni immagine è una scheda a cui associare ciò che abbiamo bisogno di ricordare, ed il gioco è fatto.
Il palazzo della memoria, è un’evoluzione fantasiosa dello schedario mnemonico.
Si crea mentalmente un palazzo, con appartamenti e stanze ed in ogni stanza ci si mette un’informazione da memorizzare.
Questa tecnica è comunque stata ampiamente soppiantata dai metodi di studio, perché è assurdo ricordare a memoria un’infinità di nozioni che potrebbero essere facilmente imparate!
Per quanto mi riguarda, l’uso migliore di questa tecnica è quello di stupire dimostrando di ricordare grandissime quantità di informazioni in modo semplice, veloce e stupefacente per tutti quelli che non sanno come fare!