Storia della mnemotecnica

Come sono nate le mnemotecniche o ... "tecniche di memoria"

Non è che uno la mattina si è svegliato dicendosi “ecco e oggi invento le mnemotecniche!”

Con l’aumentare delle nozioni, della quantità di informazioni, diventa improbabile riuscire a ricordare tutto senza l’utilizzo di qualche tecnica e questo avveniva anche in tempi non sospetti, figuriamoci ora che le cose da studiare, da apprendere sono molte ma molte di più.

Le guide turistiche, nel nostro paese, vengono soprannominate “ciceroni”.
Il motivo è che sono in grado di parlare per ore, descrivendo luoghi e periodi storici, ed il termine “cicerone”, deriva da Marco Tullio Cicerone, un politico, avvocato, filosofo ma sopratutto, un grande oratore vissuto tra il 100 ed il 40 avanti Cristo.

E’ sopratutto la sua dote di oratore ad essere stata tramandata nei secoli! Cicerone e le mnemotecniche
Era in grado di parlare per ore ed ore di un argomento …. forse vinceva le liti per sfinimento uditivo dell’avversario!!

Per essere sicuro di ricordare perfettamente le cose da dire, ed il loro ordine, collegava le singole informazioni a dei punti, dei luoghi chiave, che incrociava con lo sguardo durante il suo percorso, probabilmente dalla sua abitazione al Senato Romano.
Poteva essere la taverna con i tavoli, il magazzino, il fabbro, il fornaio … ad ognuno di essi collegava un’informazione, una parola chiave che richiamasse un blocco di informazioni che dovevano essere affrontate durante il discorso.
L’ordine era dato dal percorso stesso! Se uscendo da casa incontrava prima il panettiere del fabbro, gli argomenti ad essi associati dovevano avere lo stesso ordine e se durante le sue orazioni, fosse stato interrotto, poteva semplicemente immaginare di essersi fermato in prossimità di una determinata bottega.
Quei luoghi, quei punti cardinali dei suoi discorsi, fecero nascere la più famosa delle mnemotecniche la tecnica dei loci!

Forse il fatto che parlasse troppo, lo rendeva logorroico e la gente fuggiva per non essere incastrata in lunghi discorsi, quindi Cicerone decise di scrivere un libro che è in assoluto la prima guida per imparare a parlare per ore … ed i suoi lettori potevano leggere, fermarsi e riprendere la lettura senza l’obbligo di rimanere fermi per ore! (e dai sto scherzando … ).

Nel suo libro, il “De Oratore”, Cicerone, racconta sotto forma di leggenda religiosa, la nascita delle mnemotecniche ad opera di Simonide da Ceo un poeta lirico dell’antica Grecia, vissuto intorno al 400 a.C. (avevano già problemi di memoria, nonostante avessero ben poche cose da studiare!!)
Cicerone racconta che il il poeta si trovava ad un banchetto, ospite di Skopas, un nobile tessalo (della Tessalonica, oggi Salonicco, in Grecia). Simonide decantò una poesia, un’ode, narrando le lori di Castore e Polluce.

All’epoca, i media erano i poeti, erano loro a diffondere le notizie con le loro storie e poesie che, se ben descritte, venivano tramandate, diventavano virali!
Ora immagina di dover pagare qualcuno perché narri le tue virtù, ma questo inizia a parlare di altro.
Praticamente uno spot ai due Dioscuri (Castore e Polluce, erano dei Dioscuri ossia “figli di Zeus”) invece che al nobile che lo ospitava in casa!
Skopas disse qiundi a Simonide che lo avrebbe pagato solo la metà del prezzo pattuito e di chiedere l’altra metà agli stessi Dioscuri, di cui aveva cantato le lodi.

Simonide, rattristato da come si erano evoluti i fatti si sedette da una parte ma subito sopravvenne un inserviente che lo avviso di due giovani che lo attendevano alle porte della dimora.

Egli usci, ma arrivato fuori non trovò nessuno ad attenderlo! Mentre era fuori, una tragedia (greca) il tetto della sala dove si teneva il banchetto, crollo sugli invitati, uccidendoli tutti, rendendo inoltre irriconoscibili i loro corpi!

Castore e Polluce avevano pagato il compenso a modo loro, salvando Simonide, ed uccidendo gli invitati che lo avevano trattato male.

Ma non era finita, il colpo che rese famoso Simonide, fu l’aiutare a restituire un nome ad ogni corpo.
Egli ricordava perfettamente dove erano seduti i vari invitati, quindi collegando ogni luogo alla persona, poté associargli un nome e permettere di restituire il corpo ai legittimi parenti.
Da qui, secondo la storia di Cicerone nel suo De Oratore, nasce la tecnica dei loci, una tecnica alla quale si collega un’informazione ad un luogo noto, per poterla in seguito, facilmente recuperare.

La fantasia, la creatività sono da sempre il metodo principe per ricordare, e nei secoli le mnemotecniche sono state ampliate e quindi sfruttate da personaggi che tutti conosciamo, come Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Liebniz … solo per citarne alcuni.
Divennero tutti famosi non solo perché riuscirono nei loro studi, ma sopratutto per le loro doti mnemoniche!
In realtà non erano vere e proprie doti, perché potevano essere insegnate, tramandate e riutilizzate da chiunque, quindi delle vere e proprie mnemotecniche, delle vere tecniche di memoria riutilizzabili da ognuno.

E’ chiaro che imparare un intero testo a memoria non serve a nulla, ma all’interno di qualunque testo, ci sono delle nozioni, delle parole chiave, delle date da conoscere e ricordare e sono quelle piccole nozioni che, se usate adeguatamente, creano dei collegamenti mnemonici duraturi nel tempo … o anche solo per dare un ottimo esame!

Da sempre, chi è tenuto a ricordare, per lavoro o interesse, usa delle tecniche, articolate o meno, ma pur sempre provenienti da quella prima tecnica associativa dei loci, sviluppata, forse involontariamente da Simonide da Ceo e tramandata da Marco Tullio Cicerone.